Salvatore Manzi, Bambini, 2007, musica di Giuseppe Fontanella, DVD loop 02:36
Se He dreams of becoming a great man, con le sue marcate manipolazioni sul piano visivo e sonoro, risente di quella estetica della dissonanza che scopriamo essere la vera e propria costante della produzione di Zak nell’anno 2005, in Bambini (2007) l’evidente sciogliersi delle atmosfere di profonda tensione tipiche di due anni prima, complice ancora una volta l’accompagnamento sonoro di Giuseppe Fontanella, che pure non rinuncia a qualche piccola nota più inquieta, testimonia l’apertura di una nuova stagione, cui non può considerarsi estranea la recente paternità. Le pulsioni di negazione adorniana hanno ceduto il posto ad una condizione spirituale maggiormente conciliata, benché, ovviamente, non nel senso deteriore che il filosofo francofortese attribuirebbe al concetto di conciliazione.
Un bianco apparentemente uniforme funge da sfondo alla corsa spensierata di due bambini di colore, ma in esso si celano in realtà immagini – non pienamente percepibili, ma dal sicuro valore subliminale – di una parata nazista riservata alla tenera età. Se la loro evanescenza diviene metafora di una memoria di cui l’uomo dovrebbe fare tesoro, ma che spesso fatica a preservare degnamente, dell’«incapacità di presa reale della storia sul momento presente al fine di non commettere gli errori del passato», la giustapposizione con i bambini che corrono in primo piano sottolinea il carattere incosciente della loro felicità, ma suona anche come augurio auspicio di un avvenire radioso, di un mondo in cui certe brutture non avranno più cittadinanza. La visione rasserenata che si evince da Bambini è posta da Salvatore in rapporto alla revisione di alcune sue precedenti convinzioni: «Non mi interessa più la sola denuncia. Essa deve sempre partire da una ricerca legata all’uomo, alle sue origini, alla sua storia. In questa direzione va il mio futuro proposito di approfondimento delle Sacre Scritture in quanto patrimonio di conoscenza sull’uomo e per l’uomo. La Bibbia intesa come un vero e proprio prontuario per l’esistenza». (Taccone Stefano, ExZak, Phoebus, 2014, Casalnuovo di Napoli, p. 64) |
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