Salvatore Manzi, Area limitata, 2011, DVD loop, 02:51, musica di Giuseppe Fontanella
Dell’inizio del 2011 è invece Area limitata, concepito per un ciclo di mostre personali da me curate, dal titolo L’arte in crisi, nell’ambito del quale ogni artista è appunto invitato ad affrontare un differente aspetto della crisi e Salvatore sceglie di parlare della crisi economica costruendo un peculiare intreccio tra personale e politico, facendo assurgere il suo specifico disagio abitativo – visto con gli occhi della figlia, come si intuisce tanto dall’andamento ondeggiante della telecamera, che rimanda al ritmo col quale una bambina in braccio al genitore percepisce il mondo, quanto dalla qualità stessa della visione – a motivo in grado di rimandare ad una condizione sociale più generale. Al di là del tema della crisi ed anche al di là dell’assonanza del titolo con un altro video di alcuni anni prima Aria finita (2005) – pure tutt’altro che incidentale, ma in grado evidenziare che siamo di fronte ad un disagio psicofisico affine, giacché laddove l’area è ristretta anche l’aria è poca – il riferimento più urgente mi pare qui al discorso del video come pittura in movimento e della correlata polemica con la subalternità al linguaggio cinematografico di tanta produzione videoartistica contemporanea in nome dell’antinarrativo. (Taccone Stefano, ExZak, Phoebus, 2014, Casalnuovo di Napoli, pp. 88-89)
|
|