GP
Partendo dal titolo della tua mostra nello spazio EVENTITRE che è: PRIMA DI ME e andando a ritroso nel tempo, fino al Rinascimento e quindi all’origine della nostra identità culturale, vorrei sapere quali sono le influenze che questa enorme eredità ha avuto su di te come artista, come ti relazioni ad esse e come cerchi di superarle.
SM
Prima di me c'è la stratificazione di esperienze che mi hanno preceduto, c'è la storia dei segni dell'uomo. Tracce, apparentemente insignificanti, che hanno modificato, seppur marginalmente, la superficie delle cose. Nella perenne invenzione del futuro, l'uomo scrive. Segni di particolare interesse sono quelli che sottendono all'apparenza delle nostre considerazioni. Mostriamo la facciata della novità appoggiandola a strutture che stanno dietro, che puntellano, che non si vedono, che non fanno l'opera, incrinature nascoste perché ritenute superate, solo 'sostengono'.
Qualcuno ritiene che siamo la somma di tutto ciò che si è presentato a noi in forma di esperienza. Influenze che condizionano l'esistenza dell'uomo. L'artista ha suggerito l'ipotesi dell'originalità, fragile convincimento che molto spesso è stato smentito da quella schiacciante incapacità umana di creare dal nulla. Eppure è sempre urgente la necessità di plasmare una materia inesistente, se non altro illudersi di farlo. Possiamo solo modificare, dare quella vaga impressione di nuovo. La materia celebrale, nella manifestazione del pensiero è tra le più impalpabili dato che nel continuo registra, immagina, forma. Siamo eredi di ciò che costantemente suscita e suggestiona i nostri desideri.
C'è poi la storia degli uomini con il loro dio, la storia della divinità dell'uomo, del crescente interrogativo di un agire più ampio di quello accordato in un tempo. La verità di non capire fino in fondo, non solo ciò che accade, ma anche ciò che non si manifesta.
L'artista ha sempre avuto un ruolo decisivo nella vita religiosa e politica, è stato sciamano, guerriero, mistico, intermediario, promulgatore, cortigiano. Ha disegnato in grotte e progettato intere città, ha inventato idoli e con le sue mani fatto dei.
Durante il Rinascimento l'artista è stato a servizio di un potere ecclesiale che ha messo a punto una strategia di comunicazione straordinaria. Ad egli è stato affidato il compito di far 'vedere' un paradiso artificiale fatto di sfarzo e potente immaginazione. Si inscena una nuova visione teologica, nella quale l'uomo ha piena centralità. Attraverso l'arte, le storie della Bibbia e quelle dei santi diventano opulenta propaganda di una fede popolare, azione rivolta ad una massa considerata rozza e malleabile ad ogni forma di manipolazione.
La produzione artistica esclude la Verità, in modo drammatico e devastante.
Il vento della Riforma minaccia la centralità del potere ecclesiale di Roma, attacca l'insana dottrina delle indulgenze affermando, con crescente consapevolezza, l'estraneità di quell'organizzazione al Vangelo predicato da Gesù Cristo.
Da Roma parte un'offensiva, gli artisti, ai quali pian piano viene riconosciuto l'imprimatur di intellettuali, firmano la loro produzione lasciando alle spalle la precedente identità di artigiani.
Il divieto biblico di irrapresentabilità viene inabissato e le immagini, via via ritenute 'sacre', determinano quella che tu consideri come nostra identità culturale. A mio avviso, escludendo la funzione di alfabetizzazione ai testi sacri (sempre manipolata da quelle che erano le esigenze del papato), il proliferare di queste immagini ha desantificato il pensiero dell'uomo. Si è avviata una pornografica promozione della menzogna. Ha ridotto quella tipologia di cristiano a schiavo del visibile, adoratore di un pantheon sempre più affollato di neo divinità.
Bisognerà arrivare alla riproducibilità tecnica dell'opera artistica per avviare un processo di liberazione dellospirituale nell'arte.
Non è dunque mia preoccupazione quella di superare eventuali influenze, piuttosto auspico una abolizione della responsabilità dell'artista demiurgo, quale vivificatore della materia.
GP
Durante il tuo percorso di artista hai utilizzato diversi media: disegno, pittura fotografia, istallazioni, azioni, animazioni e video. Mi dici cosa ti spinge a cambiare continuamente medium? Quale è il minimo comune denominatore tra questi medium? Ed infine, se esiste un medium principe tra questi.
SM
Ritengo che ad accomunare tutti questi medium sia il desiderio di manifestare quei numerosi interrogativi che si articolano nel processo immaginativo. Penso ciò che posso fare e quello che faccio non si allontana molto dal pensiero iniziale. Di tutti i medium rifiuto l'elemento preparatorio, quella fase progettuale che di fatto rende artificiale la purezza di ogni intenzione creativa.
Ho cambiato e continuo a cambiare medium perché cambiano le mie considerazioni sull'uomo e lo spazio in cui vive, è evidente che le nuove tecnologie rappresentano oggi un rischio per gli artisti, la manipolazione di essi li porta a produrre opere che invecchiano in fretta, vincolate da un impulso energetico esterno e semanticamente troppo radicate ad un processo produttivo industriale.
Il disegno, inteso come costruzione di una idea è alla base di tutto, anche della stessa scrittura.
L'idea è tale se nel pensarla sei in grado di segnarla.
GP
Quanto è importante il vissuto personale e quello collettivo nella nascita dell’opera d’arte?
SM
Non credo nella nascita delle cose, ma alla scoperta di esse, si scopre sia da soli che insieme ad altri.
L'opera d'arte non nasce dall'artista, egli si accorge di essa, prova a dirlo agli altri, a documentare quella incredibile e palese evidenza. Il vissuto collettivo è materia preziosa per l'artista, indistinta sostanza che necessita dimora.
L'uomo abiterà nel luogo promesso che al tempo opportuno sarà svelato.
Partendo dal titolo della tua mostra nello spazio EVENTITRE che è: PRIMA DI ME e andando a ritroso nel tempo, fino al Rinascimento e quindi all’origine della nostra identità culturale, vorrei sapere quali sono le influenze che questa enorme eredità ha avuto su di te come artista, come ti relazioni ad esse e come cerchi di superarle.
SM
Prima di me c'è la stratificazione di esperienze che mi hanno preceduto, c'è la storia dei segni dell'uomo. Tracce, apparentemente insignificanti, che hanno modificato, seppur marginalmente, la superficie delle cose. Nella perenne invenzione del futuro, l'uomo scrive. Segni di particolare interesse sono quelli che sottendono all'apparenza delle nostre considerazioni. Mostriamo la facciata della novità appoggiandola a strutture che stanno dietro, che puntellano, che non si vedono, che non fanno l'opera, incrinature nascoste perché ritenute superate, solo 'sostengono'.
Qualcuno ritiene che siamo la somma di tutto ciò che si è presentato a noi in forma di esperienza. Influenze che condizionano l'esistenza dell'uomo. L'artista ha suggerito l'ipotesi dell'originalità, fragile convincimento che molto spesso è stato smentito da quella schiacciante incapacità umana di creare dal nulla. Eppure è sempre urgente la necessità di plasmare una materia inesistente, se non altro illudersi di farlo. Possiamo solo modificare, dare quella vaga impressione di nuovo. La materia celebrale, nella manifestazione del pensiero è tra le più impalpabili dato che nel continuo registra, immagina, forma. Siamo eredi di ciò che costantemente suscita e suggestiona i nostri desideri.
C'è poi la storia degli uomini con il loro dio, la storia della divinità dell'uomo, del crescente interrogativo di un agire più ampio di quello accordato in un tempo. La verità di non capire fino in fondo, non solo ciò che accade, ma anche ciò che non si manifesta.
L'artista ha sempre avuto un ruolo decisivo nella vita religiosa e politica, è stato sciamano, guerriero, mistico, intermediario, promulgatore, cortigiano. Ha disegnato in grotte e progettato intere città, ha inventato idoli e con le sue mani fatto dei.
Durante il Rinascimento l'artista è stato a servizio di un potere ecclesiale che ha messo a punto una strategia di comunicazione straordinaria. Ad egli è stato affidato il compito di far 'vedere' un paradiso artificiale fatto di sfarzo e potente immaginazione. Si inscena una nuova visione teologica, nella quale l'uomo ha piena centralità. Attraverso l'arte, le storie della Bibbia e quelle dei santi diventano opulenta propaganda di una fede popolare, azione rivolta ad una massa considerata rozza e malleabile ad ogni forma di manipolazione.
La produzione artistica esclude la Verità, in modo drammatico e devastante.
Il vento della Riforma minaccia la centralità del potere ecclesiale di Roma, attacca l'insana dottrina delle indulgenze affermando, con crescente consapevolezza, l'estraneità di quell'organizzazione al Vangelo predicato da Gesù Cristo.
Da Roma parte un'offensiva, gli artisti, ai quali pian piano viene riconosciuto l'imprimatur di intellettuali, firmano la loro produzione lasciando alle spalle la precedente identità di artigiani.
Il divieto biblico di irrapresentabilità viene inabissato e le immagini, via via ritenute 'sacre', determinano quella che tu consideri come nostra identità culturale. A mio avviso, escludendo la funzione di alfabetizzazione ai testi sacri (sempre manipolata da quelle che erano le esigenze del papato), il proliferare di queste immagini ha desantificato il pensiero dell'uomo. Si è avviata una pornografica promozione della menzogna. Ha ridotto quella tipologia di cristiano a schiavo del visibile, adoratore di un pantheon sempre più affollato di neo divinità.
Bisognerà arrivare alla riproducibilità tecnica dell'opera artistica per avviare un processo di liberazione dellospirituale nell'arte.
Non è dunque mia preoccupazione quella di superare eventuali influenze, piuttosto auspico una abolizione della responsabilità dell'artista demiurgo, quale vivificatore della materia.
GP
Durante il tuo percorso di artista hai utilizzato diversi media: disegno, pittura fotografia, istallazioni, azioni, animazioni e video. Mi dici cosa ti spinge a cambiare continuamente medium? Quale è il minimo comune denominatore tra questi medium? Ed infine, se esiste un medium principe tra questi.
SM
Ritengo che ad accomunare tutti questi medium sia il desiderio di manifestare quei numerosi interrogativi che si articolano nel processo immaginativo. Penso ciò che posso fare e quello che faccio non si allontana molto dal pensiero iniziale. Di tutti i medium rifiuto l'elemento preparatorio, quella fase progettuale che di fatto rende artificiale la purezza di ogni intenzione creativa.
Ho cambiato e continuo a cambiare medium perché cambiano le mie considerazioni sull'uomo e lo spazio in cui vive, è evidente che le nuove tecnologie rappresentano oggi un rischio per gli artisti, la manipolazione di essi li porta a produrre opere che invecchiano in fretta, vincolate da un impulso energetico esterno e semanticamente troppo radicate ad un processo produttivo industriale.
Il disegno, inteso come costruzione di una idea è alla base di tutto, anche della stessa scrittura.
L'idea è tale se nel pensarla sei in grado di segnarla.
GP
Quanto è importante il vissuto personale e quello collettivo nella nascita dell’opera d’arte?
SM
Non credo nella nascita delle cose, ma alla scoperta di esse, si scopre sia da soli che insieme ad altri.
L'opera d'arte non nasce dall'artista, egli si accorge di essa, prova a dirlo agli altri, a documentare quella incredibile e palese evidenza. Il vissuto collettivo è materia preziosa per l'artista, indistinta sostanza che necessita dimora.
L'uomo abiterà nel luogo promesso che al tempo opportuno sarà svelato.